Per uscire dalla crisi bisogna aggredire la crisi e per crescere all'estero bisogna tornare a investire in Italia. Così, muovendosi controcorrente, un grande gruppo manifatturiero italiano sta ripartendo dopo il terribile 2009. Lo fa tornando a investire con forza nel distretto ceramico italiano, una delle aree industriali che pure è stata più colpita dalla tempesta sui mercati. L'azienda è la Marazzi di Modena che nella vicina Sassuolo, al centro della Piastrella valley emiliana, inaugurerà tra pochi giorni un impianto super-tecnologico costato 35 milioni, passo centrale in un piano di investimenti da 90 milioni nell'area tra il 2009 e il 2010. I mercati più effervescenti nel dopo-crisi chiedono all'Italia i prodotti più innovativi e di alta qualità. Quelli che si possono fare solo dove massime sono le competenze e le tecnologie, come nel distretto. Quei prodotti che restano competitivi anche con i costi di trasporto e i rischi di cambio. Davanti alla crisi, la Marazzi si è piegata senza spezzarsi: i dipendenti in cassa integrazione erano 800 nel 2008, scesi a 87 nel 2009. Come dire: si può fare.