Ci risiamo. Ogni volta che si parla delle difficoltà dei conti locali, sul banco degli imputati siede il patto di stabilità. Oggi il tema è quello dei tempi ultra-rilassati che gli enti pubblici si concedono prima di onorare i propri debiti e della direttiva in cantiere a Bruxelles che vorrebbe multare chi impiega più di 30 giorni per liquidare le fatture. Messa così, un salasso per la nostra pubblica amministrazione. Il patto di stabilità, è chiaro, c'entra. Sia quello europeo, che sempre più politici e analisti chiedono di correggere in senso flessibile, sia quello interno, che i sindaci indicano come la principale causa dei pagamenti ritardatari.
Su quel banco, però, il patto è troppo solo. Lo dimostrano i tempi d'estinzione dei debiti commerciali da parte dei comuni (li pubblichiamo a pagina 33), un dato su cui il patto non ha un influsso diretto: le regole sono le stesse ovunque, ma a Venezia e Bolzano il pagamento arriva in 65 giorni, a Catanzaro e Cosenza ne impiega più di 300. Su quel banco, allora, serve anche qualche seggiola per i cattivi amministratori.