L'omofobia è atteggiamento ripugnante, nei tratti culturali, nella vita quotidiana, nel razzismo che innesca e nella violenza in cui sfocia quando, lasciati i ghigni degli uffici, si passa ai teppistelli con le mazze che pestano chi sembra loro un diverso in periferia. Questa premessa è condivisa da ogni persona perbene ed è difficile, nel secolo XXI, contraddirla. Ma sbaglia chi chiede adesso nel Partito democratico l'espulsione dell'onorevole Paola Binetti, perché non ha voluto votare con i suoi colleghi una proposta originata dall'onorevole Concia sull'omofobia come aggravante in certi reati. Comunque la si pensi sul provvedimento, è insensato per il Pd trasformarsi in casa del cartellino rosso, espulso se manchi al voto sullo scudo, espulso se dissenti su una proposta, espulso per questo o quello. Nei due grandi partiti americani differenziarsi dai colleghi è la prassi e la senatrice repubblicana Snowe è oggi in aula la garante della tormentata riforma sanitaria di Obama. E allora non cacciate la Binetti cari democratici, lasciate nel vostro partito gente diversa che litighi e discuta: se no, che democratici siete?