Questo matrimonio non s'ha da fare, si potrebbe titolare così il nuovo capitolo della telenovela Upim-Coin. Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da momenti alterni, poi il riavvicinamento del luglio scorso. Lo stesso amministratore delegato del gruppo Coin, Stefano Beraldo, aveva confermato la ripresa del dialogo lasciando aperta la porta: «vedremo a cosa porterà». Per ora, ancora una volta, a un nulla di fatto. I presupposti industriali sembrano esserci tutti e le parti su questo concordano. Qual è allora il problema? Naturalmente si tratta di una questione di debito. Upim porterebbe in dote linee di credito che a fine 2008 ammontavano a 140 milioni. Un fardello troppo pesante per il gruppo Coin, che a fine dello scorso esercizio aveva un debito netto di 275,8 milioni. Di qui il nuovo stallo, che sembra difficile da superare anche per le posizioni delle banche creditrici da ambo le parti. A questo punto al gruppo Rinascente/Upim non resta che proseguire con il piano di rinegoziazione del debito che prevedeva un aumento di capitale da 25 milioni e un riscadenziamento del debito del gruppo, oltre alla trasformazione in subordinato di 50 milioni del debito di Upim. (Mo.D.)