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È a loro che si chiede di "mettere in sicurezza" i mercati - mentre, nel contempo, le pressioni politiche non sono diminuite ma cresciute da che c'è la crisi. Ma se a queste pressioni un banchiere di straordinaria reputazione, acclamato da destra e sinistra, come Greenspan per sua stessa ammissione non riusciva a resistere, è ragionevole immaginare che altri, meno personalmente forti innanzi alla politica, possano farlo? L'opinione pubblica oggi tende a sovraccaricare di domande le autorità di regolazione e le banche centrali. Ci aspettiamo che se non gli economisti tutti, perlomeno i regolatori possano "prevedere" le prossime bolle e sgonfiarle per tempo. È saggio farci affidamento?
La crisi ha prodotto uno scetticismo diffuso circa le capacità di autoregolazione dei mercati. Se a questo scetticismo si accompagnerà una fede sempre più accesa nella capacità di regolazione da parte delle autorità, rischiamo di andare incontro a cocenti delusioni. Quando persino uno come Greenspan passa dagli altari alla polvere, è normale che aumenti il nostro bisogno di certezze. La linea che separa certezze e illusioni, però, è spesso sottile.