La riforma delle professioni riparte, e questa volta potrebbe essere davvero quella buona. I tempi tecnici e politici ci sono, il metodo di un percorso condiviso sembra garantire tutti i partecipanti. I punti qualificanti sono chiari: formazione obbligatoria, professionisti responsabili verso i cittadini, regole disciplinari più credibili, pubblicità e tariffe minime con regole omogenee, nuove disposizioni per le società. Il programma di Alfano è quello di chiudere, prima, una legge quadro per arrivare, poi, a una normativa di settore. Tutto bene, dunque? Il programma presenta molti punti d'interesse. Professioni responsabili e aperte sono nell'interesse del paese. Così come lo sarebbe una definizione delle regole sulle società. Il punto debole è, però, quello del ritorno alle tariffe minime. Che si distaccano dal mercato e dalle sue regole e non garantiscono (i vertici degli Albi dovrebbero prenderne atto) gli iscritti, giovani e non solo. E che rischiano di segnare un passo falso nel cammino della riforma. Più mercato invece sarebbe il giusto stimolo per la crescita. Di tutti.