Non c'è italiano perbene che non auspichi in Abruzzo una ricostruzione rapida e rigorosa che lenisca le sofferenze della popolazione. L'efficienza assicurata dal governo e dalla Protezione civile di Guido Bertolaso è dunque patrimonio di ogni cittadino. Le casette di Onna danno il segno di un ritorno a una normalità dopo la tragedia e sono un bel risultato per tutti. Se poi sono davvero il frutto di un lavoro comune di forze politiche, oggi altrimenti avverse nel campo aperto di un dibattito pubblico spesso svilito a baruffa, meglio ancora. Avrebbe assai poco senso, anche per il più acerrimo oppositore del premier Berlusconi, scommettere sul fallimento della ricostruzione; la speculazione politica vale la più materiale speculazione edilizia.
Il quotidiano Europa sottolinea il contributo del Trentino, matrice democratica, alle casette consegnate ai terremotati, e il successo di oggi è un successo comune, senza colori, né partiti. Se l'Italia sapesse tornare unita sulla gara per la soluzione dell'emergenza sarebbe un bel giorno. Tanto più adesso, con la crisi quasi alle spalle e un futuro sia pure al passo verso la ripresa. Se Onna insegnasse, su scala più grande, il metodo e il tempo per uscire dall'emergenza economica, evviva.
Il Sole 24 Ore vi sta raccontando a che punto è la ricostruzione: i nuovi villaggi anti sismici sorgono a tempi record e saranno di esempio anche nel futuro; la ristrutturazione dei centri storici va invece meno speditamente. Bertolaso agisce con deroghe di legge, da gentleman delle catastrofi: la sua rettitudine e la fiducia nei risultati supera ogni necessità di vincolo; metodo spedito per le nuove case, ma per il resto è più difficile e i piani sono finiti impigliati nelle scadenze di una burocrazia innescata in ritardo. Lo si rileva sperando che, quanto prima, il governo possa avere, anche in questi interventi di ripristino, lo stesso successo avuto con le iniziative partite ex novo. Se farà altrettanto bene, occorrerà dirne bene, un dovere per l'informazione e un consiglio all'opposizione: mai cadere nel trucco del "tanto peggio tanto meglio".
A chi governa però tocca anche impedire che la fine dell'emergenza terremoto venga ridotta a tema da propaganda politico-televisiva, trasformando in gadget quella che è una difficile opera di salvataggio. Non sarebbe utile vedere nei talk show tv la caricatura di una "ricostruzione dei palinsesti" più che dei paesi in macerie. Chi volesse fare della televisione questo uso sbaglierebbe tanto quanto chi oggi, nel centro sinistra, non sa dire altro se non che il successo in politica passa dal controllo catodico. È un errore gemello: fa gli stessi guasti da una parte e dall'altra dello schieramento politico.