A due settimane dall'inizio della sanatoria di colf e badanti le domande procedono a rilento. L'ordine di grandezza è 80mila. Molto lontane anche dal traguardo prudenziale di 300mila indicato dalla relazione al provvedimento. Le ragioni di questa freddezza possono essere ricondotte in parte al sentimento dei datori di lavoro: un lavoratore in nero costa meno e ci sono, tutto sommato, poche possibilità di essere scoperti e sanzionati. Tuttavia, non si può scordare la lunga lista di ostacoli alla sanatoria: il reddito minimo per l'assunzione della colf troppo elevato (almeno 20mila euro), il requisito eccessivo per molte famiglie di stipulare un contratto di almeno 20 ore settimanali, l'eventualità di dover fare i conti con pendenze relative a periodi anteriori al 1° aprile (non ultima l'impossibilità di sanare gli affitti irregolari). Se queste sono le difficoltà e se è vero che nelle famiglie oltre il 70% delle colf e delle badanti è immigrato, occorre evitare la logica della contrapposizione e dell'ideologia. Sanare serve a tutti e "fa" sicurezza. Occorre che la politica ne prenda atto. Anche se questo dovesse costare una proroga.