È stato saggio da parte del governo ricorrere a un disegno di legge piuttosto che a un decreto legge per perseguire i soggetti che, trincerandosi dietro l'anonimato di un blog o di un social network, commettono reati, istigano alla violenza, si dedicano in maniera professionale all'insulto e all'ingiuria. Saggio per due motivi. Il primo: agire con decreto, sull'onda dell'emozione provocata dall'aggressione al presidente del Consiglio (con conseguente proliferare di blog anti-Berlusconi), avrebbe prodotto un risultato certamente non all'altezza della situazione. Il secondo: il disegno di legge consentirà di fare una valutazione complessiva e approfondita sull'intera, delicata materia. Occorrerà mettere assieme le diverse esigenze di garantire la libertà d'espressione e di perseguire i reati commessi attraverso i social network. D'opinione e materiali. Tenendo presente che internet è un'autostrada su cui corrono molti veicoli. Occorre multare e fermare solo quelli che oltrepassano i limiti di velocità e provocano incidenti, senza correre il rischio di ritirare la patente agli automobilisti diligenti.