Il default della Grecia non è un dramma: l'ha sostenuto Roberto Perotti sul Sole 24 Ore di ieri. Negli ultimi quindici anni, le due coalizioni che si sono succedute al governo hanno giocato alla roulette russa con l'economia del paese e oggi il premier Papandreou si erge a difensore di uno stato sociale in bancarotta contro i malvagi stranieri. Bisognerebbe esautorare un intero ceto politico e agire: per la Grecia, un mancato bailout richiederà una riduzione della spesa del 4-5%, un aumento delle imposte di altrettanto. Molto più della manovra di cui si è parlato in questi giorni: altri l'hanno fatta e sono sopravvissuti. Spesso un default è un affare.
Sempre sul quotidiano di ieri, Wolfgang Münchau ha invece sostenuto la tesi secondo la quale il salvataggio della Grecia farà nascere la Ue: il soccorso ipotizzato sarà uno spartiacque politico per aprire una nuova era.
PANEL INTERVENTISTA
Carlo Altomonte
Università Bocconi

La Grecia sta alla Ue come la Virginia agli Usa: in termini di Pil pesa quanto la Lombardia. Ma lasciarla fallire sarebbe uno smacco politico. Il trattato di Maastricht non ha come fari solo stabilità e crescita, ma anche coesione sociale. E un bailout di Atene avrebbe costi umani altissimi. Si obietterà: non salvare la Grecia sarebbe una lezione per un governo troppo disinvolto. Nei fatti quello di Atene è già sotto la tutela di Bruxelles: ogni mese dovrà verificare il risanamento in atto. Non è abbastanza?
Emiliano Brancaccio
Università del Sannio

La tesi di Perotti si basa su un assunto: l'assetto della Uem ha una spontanea capacità di riequilibrio interno. Ogni Paese è cioè in grado di far fronte da sè ai rischi di bailout. È la tesi dei policy maker tedeschi. Secondo me è falsa. Perché un Paese possa "riequilibrarsi" ha solo due leve: abbassare salari e domanda interna. Nel caso Grecia, si tratterebbe di comprimere i salari di almeno il 20%. Il risultato? Altro che riequilibrio, piuttosto la Grecia fuori dalla Uem. Io penso invece che il riequilibrio vada perseguito per via politica. L'Europa deve agire se vuole salvare la Grecia. E se stessa.
Paolo Guerrieri
Università di Roma

Un default della Grecia avrebbe effetti a catena su altri partner, a partire da Portogallo e Spagna. Inoltre avrebbe effetti sulle banche europee, dove sono allocati molti dei titoli greci. Sarebbe un secondo colpo dopo quello della crisi subprime. Dunque la dichiarazione di soccorso del consiglio europeo è provvida: si riconosce che i paesi Ue sono tutti coinvolti. Si dice: gli Usa hanno lasciato fallire Lehman Brothers. E si aggiunge: è il mercato, bellezza. Peccato che la conseguenza è stato un panico finanziario che stiamo scontando ancora oggi.
Grecia: ma fallire è tragedia?