Secondo il quotidiano Il Riformista, Gianfranco Fini è l'uomo politico dell'anno. È il secondo premio consecutivo assegnato dal giornale diretto da Antonio Politito al presidente della Camera. Il breve discorso pronunciato da Fini alla cerimonia, ce ne fosse bisogno, ha legittimato il riconoscimento. Equilibrato, sopra le parti, padrone di un'agenda che è politica nel senso alto del termine e compatibile con il suo mandato istituzionale. Ha ribadito il diritto-dovere di difendere il Parlamento, la sua funzione, con imparzialità ma esprimendo le proprie opinioni. Ha giudicato equilibrata la posizione del ministro dell'Interno Roberto Maroni («no ai rastrellamenti degli immigrati a Milano»). Ha rivendicato la legittimità di dissentire dalla linea del suo partito «perché le ideologie sono finite e non ha senso parlare di ortodossia». Infine, ha trovato il tempo per un siparietto con il governatore del Veneto Giancarlo Galan, premiato come miglior amministratore locale: «Sei il più bravo e per questo ti mandano a casa». Piccole provocazioni culturali ha definito il suo pungolo continuo alle forze politiche. Ce n'è bisogno.