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PMI & RIPRESA / Al lavoro per vincere senza mai lamentarsi

di Aldo Bonomi

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17 Gennaio 2010
Una piccola impresa artigiana (Marka)

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Da Roberto che nel ciclo maturo metalmeccanico ricorda di avere investito negli anni buoni in sei macchine a controllo numerico da 250-300mila euro per tenere il passo dei clienti in cima alla filiera. A Luca che ti intrattiene sull'impatto ambientale del trasporto del freddo e del ciclo del fresco nella filiera alimentare. Filippo, vinta la sfida del web e dell'e-commerce, delinea le tendenze del design per i nuovi ricchi e guarda al salone del mobile 2010 che sarà la prova del nove.
Dario, partendo dalla sua impresina che produce plastica biodegradabile, si fa teorico della green economy, del riciclo dei prodotti che saranno la nuova frontiera a cui agganciarsi. Sono stressati, certo un po' impauriti, ma pur con tutte le difficoltà sento dal loro racconto la voglia di continuare e di «mangiare futuro».
Nell'attraversare il deserto dei bilanci, se va bene in pareggio e spesso ridotti di molto, la cassa integrazione in deroga per le piccole imprese è stata per tutti e quattro la manna che ha permesso di continuare senza fare deserto sociale.
Assieme alla tenuta delle reti intermedie di territorio, dalle rappresentanze ai Confidi, alle Camere di Commercio, alle banche di credito cooperativo. A proposito di banche ci tengono a precisare che con i grandi gruppi non riescono a dialogare. Siamo quelli del rating negativo. Non si sentono capiti. E per fortuna che non hanno letto l'ultimo libro di Alesina e Ichino, «L'Italia fatta in casa». Non avrebbero il coraggio di rivendicare, come fanno, che il vero mastice che ha consentito di salvaguardare impresa e lavoro è stato la tenuta di quel modello familista-comunitario che rappresenta ancora oggi l'antropologia del capitalismo dei piccoli. Il carattere di storia di vita dell'impresa viene rivendicato come la molla che ha spinto a vendere la casa al mare per salvaguardare l'azienda.
Dentro le mura, ha tenuto la comunità del lavoro, cogestendo l'impatto della cassa in deroga con sindacati e lavoratori. Partendo da sentimenti e relazioni di vicinato oltre che dagli interessi. Fuori le mura si muovono nel territorio con gli enti di garanzie delle rappresentanze che tentano di mediare con le banche e sostengono gli associati nell'interregno dell'erogazione della cassa in deroga. Gli stressati dalla crisi sono sì un po' depressi, ma, definendoli con un ossimoro, sono dei depressi-operosi. Forse anche questa volta ce la faranno. Cambiando come sono sempre cambiati nel volo impossibile del calabrone delle nostre piccole imprese.

17 Gennaio 2010
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