Difesa dei vivai e primato sociale dello sport. A 15 anni dalla svolta "mercatista" della sentenza Bosman, la Corte di Giustizia europea torna a occuparsi di calcio e liberalizzazioni. Con una decisione, resa nota ieri, che segna il ritorno a una visione meno economicista del football nel Vecchio Continente. La Corte Ue, infatti, raccoglie così gli inviti della Uefa guidata da Michel Platini a una riforma etica del mondo del calcio attraverso, per esempio, il fair play finanziario (slittato però dal 2012 al 2015) o la fine delle razzie di giovani promesse da parte dei club più ricchi e spregiudicati a danno delle piccole realtà. I giudici di Lussemburgo occupandosi del caso di un calciatore francese, Olivier Bernard, strappato nel 2000 dagli inglesi del Newcastle all'Olympique Lione, hanno stabilito che le società che addestrano i giovani vanno sempre indennizzate. Un premio di formazione formalmente già previsto da molte federazioni e dalla Fifa, di cui oggi viene sancita l'inderogabilità a livello comunitario, giustificata «dalla funzione sociale ed educativa dello sport e in particolare del calcio».