Gliel'avevano giurata socialisti, liberali, verdi e sinistra all'Europarlamento. Volevano affossarlo o, almeno, farne un presidente della Commissione dimezzato. Contro tutti i pronostici, José Barroso non solo ha superato le forche caudine, ma ha ottenuto alla fine una maggioranza parlamentare più che convincente. Governerà a Bruxelles per altri cinque anni con un mandato forte. Questo ovviamente non lo metterà al riparo dalle imboscate parlamentari, che però fanno parte del normale gioco democratico che da ieri a Strasburgo è diventato più adulto. Certo, un test difficile superato brillantemente, da solo non è una garanzia. Finora la Commissione Barroso è stata più il notaio delle decisioni dei governi che non il loro motore, come avrebbe dovuto essere. Si è distinta per pavidità e passività. A volte però il secondo mandato consente più del primo la politica delle mani libere. Non c'è che da sperare che Barroso II sia un presidente migliore. L'Europa di sicuro ne ha bisogno.