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ISTITUZIONI MONETARIE / Un mondo governato da Gleco

di Timothy Adams e Arrigo Sadun *

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18 Agosto 2009

Come si fa a trasformare il Fondo monetario internazionale – un'istituzione che fino a poco tempo fa era criticata a destra e manca per la sua carenza di legittimità e rappresentatività e correva il serio rischio di scivolare nell'irrilevanza – nello strumento primario a disposizione della comunità internazionale per combattere la crisi globale? Semplice: basta che i leader mondiali decidano di impegnarsi seriamente in tal senso.
E come fare in modo che questo sostegno e questo coordinamento senza precedenti a livello internazionale non svanisca una volta finita la crisi? Basta trasformare organismi come il G-20 e il G-8 in un consiglio economico globale (che chiameremo Gleco, da Global Economic Council), un nuovo organismo internazionale incaricato di vigilare sul corretto funzionamento dell'economia globale e sulla stabilità del sistema finanziario internazionale, fornendo un sostegno politico scrupoloso e un orientamento strategico a tutte le istituzioni finanziarie internazionali.
La peggiore crisi economica degli ultimi settant'anni ha convinto anche i più scettici dell'opportunità di avere a disposizione un corpo di "pompieri" com'è l'Fmi, con gli strumenti e le competenze per coordinare le politiche economiche globali e assistere i Paesi in difficoltà finanziarie. Tuttavia, come dimostrato dalle recenti esperienze, un coordinamento politico efficace a livello internazionale è possibile solo attraverso il coinvolgimento diretto dei leader mondiali.
Gli sforzi per affrontare le cause di fondo delle turbolenze finanziarie e combattere la recessione globale sono molto più efficaci se sono coordinati. In futuro, una forte cooperazione internazionale sarà ancora più determinante per arrivare a riforme importanti dei mercati finanziari e per escogitare strategie d'uscita efficaci dopo la crisi.
Affrontare queste problematiche in modo disorganico, con una serie di organismi competenti e sovrapposizioni di responsabilità non è il modo migliore per procedere. Quasi tutte le proposte di riforma si sono concentrate sull'Fmi invece di soffermarsi sulla problematica più generale dell'intero sistema di Bretton Woods.
Non sorprende, ma non è soddisfacente. L'Fmi è riuscito ad assolvere alle sue responsabilità durante la crisi con una certa efficacia. Se è vero che i cambiamenti sono urgenti, una delle cose da garantire è che le attività del Fondo possano contare su un pieno supporto da parte dei leader politici mondiali; questo, peraltro, è un problema che riguarda la gestione di tutte le istituzioni finanziarie internazionali, non solo l'Fmi.
Per arrivare a una riforma più ampia bisogna creare un organismo ministeriale con poteri decisionali, non interno al Fondo ma al di sopra di esso. Questo organismo avrebbe anche la responsabilità della supervisione politica delle altre istituzioni internazionali, tra cui la Banca mondiale, il Comitato per la stabilità finanziaria e la Wto. Il Gleco prenderebbe il posto del G-20 e del G-8 come organo di governo dell'economia globale.
Contrariamente a questi due raggruppamenti, che sono a ingresso riservato, il Gleco avrebbe una rappresentatività universale, come l'Fmi e la Banca mondiale. Le nazioni dovrebbero essere rappresentate al massimo livello, con i ministri dell'Economia che si riuniscono due o tre volte l'anno e i capi di governo che s'incontrano una volta l'anno. Non ci sarebbe necessità di modificare il sistema di gestione interno delle altre istituzioni, dal momento che il Gleco sarebbe al di sopra di esse.
Il ruolo principale del nuovo organismo sarebbe quello di fornire una guida strategica e un supporto politico ad alto livello alle attività delle altre istituzioni. Questo è importante in particolare per il Fondo. È inconcepibile che, avendo affidato al Fondo risorse finanziarie molto più consistenti e nuove responsabilità, i leader mondiali non esercitino su di esso un controllo considerevole.
Inoltre, solo potendo contare su un sostegno solido da parte delle autorità politiche il Fondo sarebbe in grado di svolgere efficacemente i nuovi compiti assegnatigli, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo di sistemi di preallarme e strategie di uscita; e anche per quanto riguarda una maggiore opera di vigilanza sulle politiche nazionali, al fine di garantire una crescita sostenibile.
Creando il Gleco, si darebbe inoltre una risposta all'esigenza di aggiornare le regole e le istituzioni di Bretton Woods. Invece di continuare con l'approccio corrente di soluzioni ad hoc per problemi specifici, il Gleco potrebbe lanciare una conferenza internazionale per affrontare tutti questi problemi in modo sistematico. Mezzo secolo dopo la creazione del sistema di Bretton Woods, è arrivato il momento di creare una nuova architettura per l'ordine economico globale, tarata sulle sfide del XXI secolo.

* Timothy Adams è stato sottosegretario al Tesoro degli Stati Uniti ed è direttore generale del Lindsey Group.
Arrigo Sadun fa parte del Comitato esecutivo dell'Fmi. Entrambi scrivono a titolo personale.
(Traduzione di Fabio Galimberti)

18 Agosto 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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