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Se la Grande Torta non basta, ci sarà una selezione. Che non dovrà essere selvaggia. Sono necessarie regole condivise perché eque. Regole definite dalle autorità di controllo. Le piattaforme principali di distribuzione dovranno accontentarsi di margini più ridotti a vantaggio di chi produce contenuti e servizi, o distribuisce pubblicità.
Qualcuno ha già definito «privatizzazione del web» il fenomeno che ho descritto, con gli operatori/piattaforme dominanti nel proprio settore - come nei casi di Apple, Facebook e Google - che sembrano gli sceriffi del Far West o, peggio, le mafie di casa nostra: a loro la polpa, agli altri i resti, e che ringrazino! Ci ha provato un altro innovatore, Jeff Bezos, a spadroneggiare negli Stati Uniti con il suo Kindle, monopolista della distribuzione digitale dei libri. È bastato che all'orizzonte spuntasse un concorrente meglio attrezzato e fantasioso come l'iPad per mettere in crisi il suo modello imperiale, che costringeva gli editori a vendere i propri prodotti a prezzi non modificabili. I vincitori di ieri e ieri l'altro erano giganti dai piedi d'argilla come Netscape, Aol, Napster e Second Life. Le creature di Jobs, Brin e compagni sembrano più solide, ma dovranno rispettare gli spazi vitali di tutti se vogliono crescere in pace.