ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

12 Gennaio 2010

11 Gennaio 2010

10 Gennaio 2010

9 GENNAIO 2010

8 Gennaio 2010

7 GENNAIO 2010

6 GENNAIO 2010

5 GENNAIO 2010

03 gennaio 2010

2 gennaio 2010

30 dicembre 2009

29 dicembre 2009

28 Dicembre 2009

27 dicembre 2009

24 DICEMBRE 2009

21 Dicembre 2009

20 dicembre 2009

19 dicembre 2009
18 Dicembre 2009
17 dicembre 2009
16 dicembre 2009
15 DICEMBRE 2009

14 dicembre 2009

13 dicembre 2009

12 dicembre 2009
11 dicembre 2009

Mr. Bernanke, e adesso?

di Donato Masciandaro

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
18 dicembre 2009
Ben Bernanke

Negli Stati Uniti repubblicani e democratici attaccano il governatore della Fed Bernanke; in Europa il progetto sulla vigilanza ridimensiona il ruolo del presidente della Bce Trichet. È già finito l'idillio tra politici e banchieri centrali sbocciato grazie alla crisi finanziaria?

Nei giorni scorsi i due lati dell'Atlantico hanno assistito a una scena comune: l'attacco, più o meno velato, dei politici al ruolo delle banche centrali. Negli Usa, il dibattito sul rinnovo del mandato all'attuale governatore che ieri ha ottenuto il voto favorevole della Commissione bancaria del Senato (il voto decisivo arriverà a gennaio), si sta trasformando in un tentativo bipartisan di ridiscutere ruolo e responsabilità della Fed. Nel frattempo Bernanke incassa il dividendo dei media e incassa la nomina di "uomo dell'anno" di «Time» e «Foreign Policy». In Europa qualche giorno fa è stato siglato l'accordo politico tra i ministri finanziari che vara la proposta di riforma della vigilanza a livello di Unione. Forse due indizi non fanno una prova, ma una cosa è certa: sembra finita la luna di miele tra politici e banchieri centrali, iniziata durante la crisi finanziaria, che aveva messo in discussione un equilibrio consolidato da venti anni.

A partire dagli inizi degli anni 80 i politici avevano dovuto cedere potere a favore della burocrazia tecnocratica rappresentata dai banchieri centrali. Lo avevano fatto nel momento in cui avevano realizzato che il consenso elettorale si sarebbe giocato sulla capacità di combattere il nemico macroeconomico numero uno: l'inflazione. I cittadini, volendo avere fiducia nella moneta che utilizzavano, avevano scoperto l'importanza della stabilità monetaria. Ma era difficile avere la fiducia nella moneta, almeno fin tanto che essa fosse stata sotto il controllo dei politici, che l'avevano utilizzata sistematicamente e male. Occorreva separare la gestione della liquidità monetaria dal controllo dell'esecutivo. Nacquero le banche centrali indipendenti, con la Bce a rappresentare il miglior prototipo.

L'arrivo della crisi finanziaria ha fatto riscoprire ai cittadini la centralità di un altro valore: la stabilità finanziaria, cioè l'importanza di avere fiducia nelle banche. Di riflesso, anche i politici si sono subito affrettati a combattere l'instabilità finanziaria. Proprio come vent'anni prima, i politici si rendono conto che uno strumento essenziale è il controllo della liquidità, in mano alle banche centrali. Da qui l'alleanza: i politici hanno dichiarato che occorreva aumentare il ruolo delle banche centrali a tutela della stabilità finanziaria, cioè coinvolgerle maggiormente nelle funzioni di supervisione e di vigilanza bancaria. Per fare questo, occorreva però fare un'"inversione a U" nella politica istituzionale fino ad allora perseguita. Infatti, proprio per rendere l'azione delle banche centrali sempre più focalizzata sulla stabilità monetaria, e anche per evitare di creare burocrazie troppo potenti, i governi avevamo progressivamente allontanato le banche centrali dai ruoli e dalle responsabilità della vigilanza.

La piroetta nel disegno dei poteri delle banche centrali ha fatto perno su un'invenzione lessicale, ancora tutta da dimostrare sul piano teorico: la distinzione tra micro e macro-supervisione. La macro-supervisione ha come obiettivo la tutela della cosiddetta stabilità sistemica, e i politici l'hanno sistematicamente assegnata alle banche centrali nei loro progetti di riforma: il progetto Obama, quello della Commissione europea, i conservatori inglesi, il governo tedesco.

Ma intanto i mesi passavano. La crisi finanziaria sembra oggi un ricordo, l'andamento dell'economia reale riprende il proscenio, e i politici si rendono conto che hanno forse sempre meno bisogno delle banche centrali. Ora l'imperativo è la ripresa economica, costi quel che costi, inflazione inclusa. Ed ecco che le banche centrali da possibili utili strumento di consenso possono divenire un fastidioso ostacolo, soprattutto se parlano sempre più spesso di exit strategy, di fine della moneta facile. La tecnocrazia monetaria inizia a lanciare messaggi e a intraprendere azioni politicamente sgradite. Da qui la necessità di rimettere la museruola alle banche centrali.

Dunque la tendenza è quella di far tornare le banche centrali nel perimetro della supervisione, ancorché nella forma “debole” della macro vigilanza. I politici possono presentare ai propri elettori una scelta che appare ragionevole – chi più delle banche centrali può essere informata di come vanno i mercati e in generale l'economia? – e che nel contempo non concentra nelle mani di una potente burocrazia – la banca centrale – il monopolio sia della politica monetaria che di quella della supervisione.

Inoltre, poiché tutelare la stabilità significa prendere decisioni che possono toccare i contribuenti, i politici si sentono legittimati a rivendicare per essi un peso maggiore, rispetto a quello in cui sono “costretti” nella politica monetaria. Non è un caso che i principi di indipendenza e accountability sono assenti nel progetto americano e appena sfiorati in quello europeo. Le banche centrali, dal canto loro, sembrano ben felici di veder aumentato il raggio delle loro competenze.

  CONTINUA ...»

18 dicembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-