Il contributo di Wall Street al dibattito sul riscaldamento globale è perentorio: compra carbone e vendi solare. Un sondaggio ha visto il 79% degli analisti premiare con un «buy» Peabody Energy, primo produttore americano di carbone, mentre solo il 44% ha raccomandato l'acquisto di First Solar, il numero uno dei pannelli solari. Il risultato non cambia se si esamina l'andamento delle azioni: nel 2010 l'indice Global Coal, costituito da 38 società minerarie, ha guadagnato il 6,5% e l'analogo Global Leaders Solar, basato sui primi 38 produttori di componentistica per l'energia solare, ha perso il 17%. Che le energie rinnovabili abbiano investitori illustri come Warren Buffett e T.Boone Pickens non basta a cancellare la diffidenza della borsa, che vede tra i fattori di rischio le agevolazioni statali concesse, ma non in eterno, alle energie alternative. D'altra parte negli Usa il costo di un kilowattora da fonti rinnovabili è di 20-25 cents, contro 2,7 cents del più economico tra gli impianti alimentati a carbone. (R.C.)