«L'acqua è un bene di tutti» è uno slogan troppo facile perché in tanti possano resistere alla tentazione di strillarlo. Non c'è da stupirsi, dunque, se la privatizzazione dei servizi idrici inserita nel decreto Ronchi stia suscitando grandi polemiche. Anzitutto due precisazioni: viene data la possibilità di cedere a operatori privati la gestione degli acquedotti, delle fognature e della depurazione, ma si conferma la natura pubblica del bene acqua; inoltre più che privatizzazione si propone l'affidamento a terzi con gara, che è una liberalizzazione contenuta ed è la vera strada primaria del decreto. Molto dipenderà da come saranno fatte le gare, se sarà data priorità a investimenti, manutenzione e qualità del servizio. Soprattutto al Sud il settore idrico continua a essere di basso livello. L'industrializzazione del servizio idrico e l'apertura del mercato a gestori privati (ben indirizzati e controllati dagli enti locali) è una sfida di modernizzazione che non si può perdere.