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ANALISI / Per lo scontrino «gratta e vinci» modello cinese e ostacoli italiani

di Mauro Marè

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18 NOVEMBRE 2009

L'idea è molto semplice e presenta qualche potenzialità per la lotta all'evasione: adottare uno scontrino fiscale con dentro una lotteria. Si dovrebbe prevedere l'obbligo di rilasciare, a favore del cliente, anziché lo scontrino o la ricevuta fiscale, uno scontrino speciale, con un numero seriale o un codice a barre (se si vuole, anche un "gratta e vinci", ma sarebbe molto più complesso). Allo scontrino verrebbe abbinata una lotteria settimanale, quindicinale o mensile di importo variabile.
L'idea della lotteria sugli scontrini è circolata ma in modo ancora esoterico e non si è aperta su di essa una vera discussione. Io l'ho appresa nel lontano 2003 da un articolo dell'Economist sulla politica fiscale in Cina. Ho fatto circolare l'idea nel 2005 e nel 2006 ma all'epoca non suscitò un interesse particolare. Carla Marchese dell'Università del Piemonte Orientale ha analizzato teoricamente i possibili vantaggi dell'idea. Adesso sembra che sia nato un concreto interesse sulla proposta. Senza esagerare le sue potenzialità – la lotta all'evasione, in particolare in sede Iva, va fatta e seriamente –essa merita una riflessione seria in sede tecnica e una considerazione all'interno degli strumenti operativi per la lotta all'evasione. Vanno naturalmente evidenziate le diverse difficoltà di applicazione pratica – servirebbe una gestione informatica centralizzata dei dati e dei registratori di cassa; non è evidente decidere a quali settori applicarla e comee se applicarla ai professionisti e agli altri servizi (ad esempio, all'idraulico che non rilascia gli scontrini?) – e soprattutto le differenze che ci sono tra l'economia cinese e quella nostra sul piano della struttura economica e distributiva (se e come potrebbe essere applicata ai supermercati e alla grande distribuzione).
Questo strumento è già applicato da diverso tempo e sembra con un buon successo in Cina (Lottery Receipt Experiment, LRE) e in altri Paesi asiatici che presentano un'elevata evasione ed economia sommersa. J. Wan ha mostrato, in un lavoro presentato al 64esimo Congress dell'IIPF (Università di Maastricht, agosto 2008), che l'esperimento si è rivelato positivo e nei settori in cui è stata introdotta la lotteria –ristoranti,parrucchieri,ecc. –le imposte sulle società sono aumentate sensibilmente, come anche è risultato maggiore il gettito tributario complessivo.
Questo strumento potrebbe avere qualche ruolo nel nostro paese, data la diffusa propensione, nella cultura collettiva, al gioco e alle lotterie (i dati sulle scommesse legate al calcio o il successo dei recenti giochi a pronostico lo confermano). Naturalmente andrebbero considerati gli aspetti etici, legati alla propensione al gioco, come anche il fatto che, data la maggiore facilità dei contatti degli acquirenti con i venditori, si darebbe di fatto un sussidio ai consumatori per farli contribuire alla lotta all'evasione: un cittadino dovrebbe invece pagare le imposte sempre e comunque, così come un consumatore dovrebbe sempre richiedere lo scontrino.
Andrebbe infine considerato che parte delle attività evasive ed elusive si potrebbero spostare dai ricavi ai costi – con il loro gonfiamento artificiale, con false fatture e cartiere varie – anche se a maggiori ricavi può essere poi più difficile far corrispondere maggiori costi. La proposta presenta in definitiva alcuni aspetti interessanti; non è però la soluzione del problema dell'evasione in Italia, che va combattuta con la riforma del sistema fiscale e con azioni di contrasto vere ed efficaci.

Università della Tuscia
www.crusoe.it

18 NOVEMBRE 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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