Per i russi è stato un atto responsabile, per gli iraniani l'ammissione che Teheran non è una minaccia. Per i polacchi è una doccia fredda, per John Bolton, ambasciatore americano all'Onu nell'epoca Bush, è "una catastrofe". E per Barack Obama? Che cosa lo ha spinto a raccogliere il consiglio dei propri generali e ad archiviare il sistema di difesa anti-missile sognato un tempo da Reagan, lo scudo spaziale? Da allora esperti americani e russi hanno puntato il dito sui test, sollevando mille dubbi sull'efficacia del sistema. Un recente rapporto del governo Usa ha calcolato in 50 miliardi di dollari il costo da affrontare nei prossimi anni, in aggiunta ai 56 miliardi già spesi. Il miglioramento dei rapporti con Mosca sarà un grande vantaggio per le compagnie americane. Tutte queste considerazioni devono aver avuto un ruolo, convergendo in un'unica conclusione: la crisi economica, l'impegno in Afghanistan, la lotta alla proliferazione nucleare oggi sono le priorità cui l'America dedica ogni risorsa, chiamando i partner a collaborare. Ora spetta a Mosca rispondere.