«Michael, we love you» hanno detto i fan italiani all'ultraprovocatorio documentarista di "Capitalism: a love story" Michael Moore. Peccato che dietro al film anticapitalista inneggiato al Festival del Cinema di Venezia c'è un capitalista di prima categoria in odore di monopolismo, John Malone. Il documentario-denuncia contro gli abusi del «malvagio» sistema economico americano è stato co-finanziato e distribuito in Usa dalla Overture Films, una divisione del conglomerato Liberty Media controllato dal miliardario Malone. Malone non è un capitalista come tanti altri, è uno dei più spietati imprenditori d'America, un proverbiale mastino del business, un nemico dichiarato dell'ingerenza dello stato nel settore privato, è il Darth Vader della finanza secondo la definizione dell'ex-vicepresidente Al Gore. Da buon capitalista ha messo i soldi in un film d'attualità che in questo periodo di indignazione collettiva contro i finanzieri e i capitani d'industria dovrebbe fruttare bene. E Michael Moore da buon anticapitalista non li ha rifiutati. (D.Ro.)