Quando Hemingway seppe che Nanda Pivano era stata ricercata dalle Ss per averlo tradotto in italiano, volle conoscerla e l'amicizia durò per sempre. Pavese non faceva che parlarle di quanto ammirava le sue gambe. Senza Nanda Pivano, scomparsa ieri a 92 anni, non conosceremmo niente dell'America, né le poesie di Spoon River cantate da De André, né il mito del Grande Gatsby, né i testi di Bob Dylan. Scriveva, traduceva, discuteva con i giovani, stava tutta notte in piedi con Kerouac de La Strada e Ginsberg di Urlo, tra droghe, alcol e sesso sfrenato, lei astemia, lei fedelissima al marito, lei virtuosa. La sua generosità non aveva pari. Riceveva lettere da sconosciuti e rispondeva sempre, su carta indiana profumata di patchouli. L'università non le diede mai una cattedra e meno male: lei, davvero «mente migliore della sua generazione» come nei versi dei beat, era troppo libera per i baroni. Si innamorava dei "suoi" scrittori, i grandi e i piccoli. Nella Guerra Fredda tenne acceso l'amore per l'America della libertà, della giustizia, del coraggio. Milioni di lettori le dicono oggi We love you Nanda.