Ogni firma su un contratto nazionale di lavoro –soprattutto se posta da tuttele sigle sindacali congiuntamente – è il respiro di un corpo sociale vitale. Quella apposta ieri per il settore dei chimici, addirittura con due settimane d'anticipo sulla scadenza naturale, è una sigla importante. Conferma che le nuove regole sulle relazioni industriali funzionano e introduce un importante "scambio" strategico. Quello tra la rinuncia ai vecchi scatti d'anzianità automatici in cambio di un potenziamento delle risorse per i nuovi sistemi di welfare, siano essi aziendali o di categoria. I chimici sono categoria tradizionalmente riformista e l'hanno dimostrato ancora una volta, facendosi laboratorio d'innovazione contrattuale in un momento in cui il paese sembra bloccato dalla "guerra civile" della politica e dalle scelte non ancora riconoscibili per l'orizzonte economico di medio lungo periodo. L'aver potenziato le risorse per il fondo previdenziale di categoria e aver creato le condizioni per istituirne uno aziendale è un atto di grande responsabilità. La ripresa è alle porte, ma la crisi non ha ancora finito di dispiegare tutti i suoi effetti.