L'Italia deve replicare la politica industriale che ha permesso di realizzare il miracolo economico degli anni Sessanta, quando prodotti inizialmente riservatia un pubblico ad alto reddito (dalla Vespa agli elettrodomestici, dalla Nutella alle macchine da scrivere) cominciarono il lungo cammino verso la diffusione di massa. Oggi nel mondo ci sono circa due miliardi e mezzo di persone considerate povere per gli standard occidentali, ma che vivono sopra il livello minimo di povertà e quindi rappresentano potenziali consumatori. Questo mercato di "non-poveri",bene intercettato dall'India che gli fornisce già automobili e computer, dovrebbe essere sfruttato anche dal nostro paese.L'Italia ha gli strumentie l'esperienza storica per fornire servizie prodotti ai nuovi futuri consumatori. Oggi che ripartiamo da zero e senza lo stimolo della fine della guerra è certo più difficile riuscirci ma non impossibile. Ci sono infine due questioni "classiche" su cui concentrarsi:l'amministrazione pubblica che non funziona e il divario tra Nord e Sud che va accorciato.