Non poteva essere altrimenti. La reazione europea alla digitalizzazione di Google del patrimonio letterario (ovvero l'utilizzo di milioni di opere senza pagare uno straccio di diritti d'autore) parte dalla Francia. Ovviamente con qualche antiamericanismo di troppo (consueti), del tipo «sono sempre i soliti», «gli americani credono di essere a casa loro ovunque», «non apprezzano la cultura come noi francesi», «gliela faremo vedere noi». Ma la sentenza del tribunale di Parigi contro il motore di ricerca, frutto dell'ostinazione di un gruppo editoriale storico e raffinato come La Martinière, è sacrosanta. Inserisci un libro nella biblioteca digitale? E allora paghi i diritti d'autore. Semplice, no? Semplice fino a un certo punto. Perché Google ha deciso di fare appello alla sentenza del tribunale francese e di tenere duro sul suo progetto di "universalizzazione" del sapere umano, secondo i suoi dirigenti una crociata a favore della divulgazione e della democrazia della Rete. Piccoli francesi contro grandi americani. Non sarà facile. Se solo seguisse anche l'Europa. È quello che spera Nicolas Sarkozy.