Uno psicologo americano, Stephen Greenspan, ha scritto un libro di successo, Annals of Gullibility (Annali di credulità), in cui con grande perizia spiega come mai milioni di persone credano troppo facilmente a fenomeni che si rivelano poi illusori, manipolatori e soprattutto dannosi e pericolosi (dalle catene di Sant'Antonio a certe sette religiose). Ebbene, come è emerso alla fine del 2008, Greenspan ha perso il 30% dei propri risparmi con il crack di Bernie Madoff, avendo investito in uno dei feeder fund che ne alimentavano le gestioni. L'esempio mostra quanto le delusioni negli investimenti possano essere dietro l'angolo per tutti. Anche per i più intelligenti e verosimilmente preparati. E allora, a che serve l'educazione finanziaria? Uno studio della Consob mostra che può aiutare a ridurre le distorsioni nei comportamenti dei risparmiatori. A due condizioni, però: che si rivolga a persone che mostrano un interesse per l'arida (ma utile) materia. E che, come suggerisce la stessa ricerca, sia basata sul learning by doing: imparare le regole del sano investimento è relativamente facile. Applicarle nella volatilità e nell'incertezza dei mercati molto meno.