Un passo avanti e due indietro a New York e dintorni. Pochi giorni fa l'elezione di Rima Fakih, ragazza musulmana del Michigan, a Miss America (pur tra qualche contestazione). A seguire la nascita del sito «niente moschea a Ground Zero». Di che cosa si tratta? Del progetto di un centro culturale a due isolati dal luogo dove sorgevano le Torri gemelle. Un centro aperto a tutti, musulmani e non, con tanto di piscina e teatro. E una moschea. Eccola la ragione della protesta: molti non vogliono una moschea a pochi passi da Ground Zero, come se la memoria fosse prerogativa solo dei non musulmani. Come se quella tragedia non avesse colpito anche i musulmani americani e fatto vittime tra i cittadini di fede islamica. Il messaggio del progetto Cordoba Initiative è senz'altro ambizioso. Perché a quasi dieci anni dall'attacco dell'11 settembre, vuole essere la risposta della comunità islamica newyorkese a quella tragedia. È un'iniziativa per affermare la propria integrazione nel tessuto sociale americano. Per dimostrare di aver condiviso lo stesso dolore e di volerlo superare insieme, come americani e musulmani. La memoria non ha fede: è di tutti.