Alla fine, sull'Opa, c'è stato un "ravvedimento operoso". Otto mesi fa l'innalzamento di barriere protezionistiche, giustificato dalla particolari condizioni di mercato, era stato criticato proprio da coloro che avrebbero dovuto beneficiarne: le società emittenti. Ora che quelle paure si sono ridimensionate, si torna, almeno in parte, alla normalità con il decreto approvato ieri dal governo. Lo stesso atto legislativo ha risolto alcune possibili elusioni alla disciplina e anche alcuni grovigli normativi che avevano finito per danneggiare gli investitori italiani in operazioni estere di ristrutturazioni sul debito. Sono rimaste invece immodificate le "presunzioni assolute" di azioni di concerto rilevanti per l'Opa già presenti nella normativa (ad esempio in caso di patti di sindacato). Il governo non se l'è sentita d'introdurre forme di flessibilità. Ma così facendo rimarranno alcune stranezze come quella che associa ai "concertisti" anche gli amministratori indipendenti (o di minoranza) di una società che lancia una scalata.