La scelta di proporre l'adesione allo scudo fiscale è sempre molto impegnativa. Si tratta di offrire una via d'uscita a contribuenti che non si trovano in regola con la disciplina fiscale per attività all'estero. Si rischia di accontentare qualcuno (chi ha un peccato da farsi perdonare) e scontentare altri (chi ha rispettato le regole). Il governo, pesati costi e benefici, ha ritenuto che i vantaggi per la collettività fossero maggiori dei possibili danni e ha proposto ai contribuenti una nuova opportunità di rientro agevolato. Per garantire il risultato ora l'esecutivo sembra propenso a fare proprio l'emendamento "spuntato" nei giorni scorsi in Parlamento.
La scelta, per molti versi, è inevitabile, se si vuole dare una spinta alle adesioni e garantire che l'operazione porti il gettito atteso. Ma presenta un punto debole: consentire senza rischi l'accesso allo scudo anche per chi ha procedimenti penali (non si sa ancora a che "stato di avanzamento") in corso. Un'opzione da rimeditare per un approccio che sia realistico, non sbilanciato.