Il sondaggio Ipsos-Sole 24 Ore rivela un'inversione dell'indicatore della fiducia rispetto alla crisi economica: fino a gennaio si era fatta strada tra gli italiani l'idea che il peggio fosse alle spalle, ora cresce l'opinione che il peggio deve ancora venire. È legittimo chiedersi se questa percezione sia alimentata da fatti o dati nuovi che modificano lo scenario economico. Tutte le difficoltà (compresa Termini Imerese) erano già sul tavolo un mese fa, mentre le previsioni macroeconomiche segnano semmai un leggero rialzo.
La radice del malessere dell'ultimo mese va cercata altrove. Il clima di caos istituzionale, quello sì, è andato platealmente peggiorando. Cadono baluardi di efficienza e correttezza, le inchieste sulla corruzione dilagano, le risse tra forze politiche e fra poteri dello stato si moltiplicano. Quanti punti di fiducia valgono questi veleni? È ora di smetterla e aderire agli appelli del capo dello stato. Sul tavolo del dialogo, riforme e un pacchetto di aiuti per l'economia. Rimboccarsi le maniche, per lavoratori e imprese italiane, non è mai stato un problema, se il cammino è chiaro e condiviso.