Forse sarà stato un semplice sussulto speculativo. In ogni caso la sterlina è scivolata ieri ai minimi nell'arco di dieci mesi nei confronti del dollaro. La causa è stata attribuita a un amaro cocktail d'instabilità politica e alto debito. Un mix poco amato dai mercati, che prediligono governi stabili e finanze sane. Ma evocato dal sondaggio che fa presumere l'assenza di una chiara maggioranza alle elezioni di quest'anno in Gran Bretagna. Un paese che potrebbe raddoppiare il debito pubblico dal 47% del Pil nel 2007 al 94% nel 2011. Non bisogna eccedere nell'allarmismo visto che la Gran Bretagna, come gli Stati Uniti, sta diventando nazione dall'alto debito, ma appare in grado di finanziarlo. Occhio però alla fragilità di un sistema inglese, che fa perno su una finanza convalescente, senza godere di un sistema produttivo diffuso e di alto risparmio privato come l'Italia. Tanto che ci si potrebbe maliziosamente chiedere se chi oltre Manica invoca l'intervento dell'Fmi, e non dell'Eurozona, per aiutare la Grecia non pensi che una rete di sostegno internazionale possa un giorno tornare comoda anche a Londra.