Il road show è arrivato in America, protetto dai tumulti dei cieli europei: nulla sembra poter più turbare l'atteso ritorno della Russia sui mercati internazionali del debito, prima emissione di Eurobond da quando la crisi asiatica e il crollo del rublo, nell'agosto 1998, costrinsero il fragile governo Kirjenko a rassegnarsi al default. La Russia che oggi torna a chiamare gli investitori è irriconoscibile rispetto ad allora: nei suoi otto anni di presidenza, sostenuto dai rialzi del petrolio, Vladimir Putin potè permettersi di ripagare i debiti senza cercare nuovi capitali all'estero.Oggi un'altra crisi finanziaria ha assottigliato le riserve del fondo di stabilità, che hanno comunque consentito al governo di attutirne l'impatto sostenendo il rublo, elargendo generosi aiuti a banche e imprese. Di qui la decisione di ritornare sui bond, con una prima emissione in aprile per 5 miliardi di dol-lari: gli analisti dicono che con livelli di debito invidiabili e uno spread previsto a 130-150 punti sui
treasuries Usa, la Russia è «una buona scommessa ». Purché non ceda alla tentazione di spendere tra breve quanto si prepara a incassare con entusiasmo: nel 2011, non dimentichiamo, a Mosca ricomincia la grande stagione elettorale.