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DOPO COPENHAGEN / L'e-mondo abbatterà lo smog

di Gabriele Galateri *

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20 Dicembre 2009

Gli esiti del summit di Copenhagen non possono rappresentare in alcun modo una battuta d'arresto nel processo di riduzione delle emissioni di gas inquinanti e di incremento dell'efficienza energetica che tutti i paesi, industrializzati e non, devono continuare a perseguire. Un obiettivo inderogabile che deve essere posto in cima alla scala di priorità dei governi e deve rappresentare un impegno di responsabilità sociale delle imprese.
Da Copenhagen emerge però un messaggio che non condivido. Cioè che la protezione del pianeta ha un costo necessario in termini di sviluppo e di benessere delle popolazioni dei paesi industrializzati e soprattutto di quelle dei paesi emergenti. Non lo condivido poiché credo che alla base dello sviluppo, così come della riduzione dell'inquinamento, vi siano fattori comuni: l'innovazione tecnologica e l'adozione di corretti stili di vita.
In particolare, accanto alle tecnologie alternative di produzione di energia, la digitalizzazione e la "de-materializzazione" delle economie potrebbero ridurre l'impatto ambientale, generando significativi risparmi energetici e migliorando sostanzialmente la qualità della vita. È stato stimato che il settore Ict nel suo complesso, aiutandoci a cambiare il nostro modo di vivere, lavorare, apprendere, viaggiare e comunicare, permetterà di ridurre le emissioni di CO2 connesse alla produzione di beni e servizi di circa il 15 per cento.
La trasformazione digitale di molti prodotti e servizi è il motore dell'efficienza energetica. Libri, cd musicali, film e video, diventando digitali richiedono meno energia e risorse nella loro produzione, immagazzinamento e spedizione. L'e-commerce e lo shopping online permettono di risparmiare tempo e denaro nella ricerca delle offerte e dei prezzi migliori, ed evitano decine di viaggi individuali con conseguente risparmio di energia e riduzione della congestione del traffico legato agli acquisti e alle spedizioni. La posta elettronica ha sostituito milioni di lettere e documenti cartacei e se anche il paperless office è ancora lontano, c'è stata senza dubbio una significativa riduzione nel flusso dei documenti cartacei. Per le imprese, l'e-banking oggi rappresenta la principale utilizzazione di internet e la fatturazione online inizia ad essere una realtà.
La disponibilità di reti di comunicazione ad alta velocità permette la diffusione degli smart services, dove l'aggettivo smart significa fondamentalmente "digitale". Mi riferisco alle reti di sensori utilizzate sempre più per ottimizzare l'uso dell'energia nell'illuminazione, nel riscaldamento e nel raffrescamento e nella gestione e controllo dei processi produttivi. Nella stessa produzione e distribuzione di energia, l'utilizzo delle reti di sensori permette l'ottimizzazione dei flussi attraverso lo sviluppo delle smart grids, che gestiscono in tempo reale i surplus e i deficit di energia tra aree diverse. Solo per gli Usa, nei prossimi venti anni le smart grids potrebbero permettere un risparmio di oltre 200 milioni di tonnellate di CO2, più o meno la produzione di CO2 dell'Olanda.
La digitalizzazione dell'economia abilita importanti risparmi energetici anche attraverso una riduzione e una razionalizzazione della mobilità. La diffusione delle reti a banda larga, rendendo possibile la partecipazione virtuale ad eventi attraverso teleconferenze, servizi di telepresenza e il telelavoro, darà un significativo contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 nell'atmosfera.
La Commissione europea stima che la sostituzione del 20% di tutti i viaggi per affari con la videoconferenza porterebbe alla riduzione di 22 milioni di tonnellate di CO2 l'anno. Ancora più importante è l'impatto della diffusione della "mobilità intelligente", che, a livello mondiale, potrebbe ridurre la produzione di CO2 di oltre 1,5 miliardi di tonnellate.
Gli esempi dei risparmi di emissioni e di energia abilitati da una società digitalizzata potrebbero proseguire, ma credo sia sufficientemente chiaro che lo sviluppo delle comunicazioni e l'innovazione digitale rappresentano una risposta concreta e inderogabile ai problemi discussi a Copenhagen.
Vale per tutti i governi, ma vale anche per le singole imprese. A partire da Telecom Italia che nel 2008 ha ridotto i propri consumi di energia elettrica dell'1,08% rispetto all'anno precedente e ha lanciato una grande iniziativa di sensibilizzazione di tutto il personale ac un più cosciente utilizzo dell'energia e dell'impatto delle proprie azioni in termini di emissioni di CO2.
Stiamo investendo nell'ottimizzazione delle tecnologie di condizionamento delle centrali e delle stazioni radio base e dei data center, stiamo adottando soluzioni di efficienza energetica nei nostri uffici, stiamo sostituendo il parco auto con veicoli a metano, stiamo incentivando i nostri fornitori a fornire prodotti e servizi a basso impatto ambientale, stiamo aumentando l'utilizzo di fonti di energia alternativa.
Le sfide ambientali discusse a Copenhagen sono enormi, ma attraverso l'innovazione i rischi possono essere trasformati in opportunità. La banda larga e l'innovazione digitale possono dare un contributo fondamentale. Ma il tempo per l'azione sta scadendo.

* Presidente di Telecom Italia

20 Dicembre 2009
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