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Insomma, cambiando la propria linea l'organizzazione degli imprenditori può dare un contributo importante. Può favorire il superamento di quel rivendicazionismo tradizionale nei riguardi degli aiuti pubblici che ha portato più danni collettivi che benefici. Può incoraggiare processi di innovazione che non sono necessariamente dipendenti dal sostegno finanziario pubblico. Ma così facendo può anche spingere la politica a fare meglio ciò di cui c'è più bisogno al Sud: offrire beni collettivi invece di politiche assistenziali. In ultima istanza, infatti, se il mondo imprenditoriale sarà capace di seguire e rafforzare coerentemente la nuova linea, contribuirà a rendere la società civile più forte e più esigente verso la politica locale e regionale. Proprio ciò di cui c'è bisogno per cominciare a rompere il circolo vizioso tra domande particolaristiche e politiche clientelari e assistenziali, e per mettere la politica nazionale di fronte alle sue responsabilità, invece di assecondare l'uso locale inefficiente delle risorse pubbliche per ragioni di consenso.