ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

9 dicembre 2009

8 DICEMBRE 2009

7 dicembre 2009

6 dicembre 2009

5 dicembre 2009

4 dicembre 2009
03 dicembre 2009
2 dicembre 2009
1 DICEMBRE 2009
30 novembre 2009
29 novembre 2009
28 novembre 2009
27 novembre 2009
26 Novembre 2009
25 novembre 2009
24 novembre 2009
23 novembre 2009
22 novembre 2009

21 novembre 2009

20 novembre 2009

19 novembre 2009
18 novembre 2009
17 novembre 2009
16 novembre 2009
15 novembre 2009
14 novembre 2009
13 novembre 2009
12 novembre 2009
11 novembre 2009
10 NOVEMBRE 2009
9 NOVEMBRE 2009
8 Novembre 2009
7 novembre 2009
6 novembre 2009
5 novembre 2009
4 Novembre 2009
3 novembre 2009
2 novembre 2009


IMPRESE / Le riflessioni dei Ferrero e l'obbligo di crescere

di Alessandro Plateroti

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
20 novembre 2009

Le riflessioni della famiglia Ferrero sull'opportunità di proiettare il gruppo dolciario al centro di una delle più accese battaglie societarie internazionali sono più che comprensibili. Lanciarsi in un'operazione da 17 miliardi di dollari sfidando una multinazionale come la Kraft è una scelta già difficile per un gruppo quotato in Borsa, figuriamoci per una società a gestione familiare in cui il ruolo del manager coincide con quello dell'azionista. È proprio per questo che, a prescindere da come si concluderà la battaglia sulla Cadbury, la prudenza dei Ferrero merita comunque rispetto: anche senza grandi acquisizioni, l'antica cioccolateria di Alba è oggi il quarto operatore mondiale del settore dolciario.

Il problema, però, è che restare il quarto operatore del mondo non mette al riparo nè la Ferrero nè le sue future generazioni di azionisti di famiglia dal rischio di un declino: la Mars, che era un'azienda non molto diversa dalla Ferrero, ha dovuto comprare l'anno scorso la Wrigley per 23 miliardi di dollari per non farsi schiacciare da colossi come Hershey e Kraft. Nell'alimentare come nell'auto, nella moda come nella meccanica, le isole di eccellenza del made in Italy saranno sempre più costrette a confrontarsi con concorrenti più grandi e più forti, ben strutturati finanziariamente e fortemente radicati sui più importanti mercati del mondo. Se non si è primi, o al massimo secondi, si rischia di diventare operatori marginali. E la qualità del prodotto, da sola, non basta più per vincere: oggi sono le economie di scala, la massa critica, l'internazionalizzazione e un'ingente disponibilità di risorse per la ricerca e lo sviluppo a fare la differenza sui mercati internazionali.

L'attenzione che tutta la comunità finanziaria internazionale sta dedicando alla Ferrero segna una svolta importante anche nella percezione di debolezza che - spesso ingiustamente - si ha all'estero del sistema industriale italiano. Malgrado le difficoltà con cui operano in casa, le nostre imprese restano strutturalmente sane e se a volte sembrano timide nell'affacciarsi sui mercati esteri è anche per l'assenza di un sistema-Paese in grado di sostenerle con servizi, infrastrutture, una pubblica amministrazione efficiente e un sistema fiscale adeguato.

20 novembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-