Non c'è illecito nei numerosi casi di concordati preventivi chiusi con il pagamento di quote non congrue dell'indebitamento delle aziende verso i fornitori (si veda pagina 3). Ci sono tuttavia due questioni che meritano attenzione.
La prima: lo strumento del concordato preventivo si sta rivelando - per alcuni - come una soluzione di comodo, per chiudere un'azienda non particolarmente virtuosa, scaricare la massa debitoria e poi ripartire con una nuova attività.
La seconda questione: nella riforma della legge fallimentare sono state probabilmente lasciate maglie eccessivamente larghe nelle quali trova ora corpo la possibilità di arrivare a definire una procedura concorsuale a percentuali irrisorie. Senza che il controllo del tribunale possa intervenire. Basta l'avallo del creditore maggioritario a fissare il tetto che gli altri devono accettare. Ecco perché, dall'altra parte, le imprese che vogliono creare valore, mercato e occupazione guardano preoccupate a questo fenomeno. Che rischia di essere utilizzato come un nuovo strumento contro la libera concorrenza e il significato d'impresa virtuosa.