Ieri i familiari dei 270 morti nell'attentato di Lockerbie hanno assistito attoniti alla partenza per Tripoli dell'unico condannato per la strage, il libico Megrahi, malato di cancro al quale le autorità scozzesi hanno consentito di passare le ultime settimane in famiglia. «Contano solo gli interessi petroliferi», è stato lo sfogo di Susan Cohen. La sua unica figlia, 20 anni, tornava a casa per Natale quando il volo Pan Am esplose, il 21 dicembre 1988. Prove non ci sono, ma è casuale che un mese fa il dittatore libico Muammar Gheddafi abbia parlato a lungo con Gordon Brown dell'affaire Megrahi? Certo non ha nulla di casuale la visita in Libia, proprio ieri, di un presidente svizzero col capo coperto di cenere. Non c'erano soprusi coloniali da farsi perdonare, come nel caso di Silvio Berlusconi. Hans-Rudolf Merz si è pubblicamente scusato per le due notti in cella che la polizia ginevrina aveva del tutto comprensibilmente fatto passare all'irrequieto Hannibal, uno dei figli del colonnello. Beh, nel mondo che vorremmo il solo merito di sedere su una montagna di gas e petrolio non dovrebbe dare simili soddisfazioni.