ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER
16 settembre 2009
15 settembre 2009
14 settembre 2009

11 Settembre 2009

10 Settembre 2009

7 settembre 2009

6 Settembre 2009
5 Settembre 2009
4 Settembre 2009
3 Settembre 2009
2 Settembre 2009

1 Settembre 2009

31 Agosto 2009
30 agosto 2009
29 Agosto 2009
28 Agosto 2009
27 Agosto 2009
26 Agosto 2009
25 Agosto 2009
24 Agosto 2009
23 agosto 2009
22 agosto 2009
21 agosto 2009
20 agosto 2009
19 agosto 2009
18 agosto 2009
15 agosto 2009
14 agosto 2009
13 agosto 2009
12 agosto 2009

11 agosto 2009

RIFORME ANTI-CRISI / Meno fisco sui ceti medi più rigore sulla spesa

di Alberto Alesina

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
21 Agosto 2009

I segnali di uscita dalla crisi si moltiplicano, ma molte rimangono le incognite, in parte dovute alla particolarità di questa recessione. Ecco perché è difficile fare previsioni sui tempi della ripresa, e i dati apparentemente contraddittori degli ultimi giorni ne sono una prova. Prima di tutto questa crisi è la prima grande recessione mondiale dell'epoca post globalizzazione. L'ultima recessione dei paesi Ocse paragonabile come intensità a questa fu alla fine anni 70, primi anni 80. Allora di Cina, India, Brasile e Russia non si parlava neppure (per quanto riguarda le loro economie, s'intende!). Oggi contano, così come altri paesi emergenti. La percentuale del Pil mondiale prodotta al di fuori dei paesi che erano Ocse negli anni 80 è aumentata: la realtà è quindi oggi più complicata. Per esempio, una spinta a una ripresa stabile e duratura verrebbe da un aumento dei consumi cinesi. E i cinesi risparmiano quasi la metà del loro reddito, una proporzione straordinaria destinata a ridursi sicuramente.

Quando? Difficile prevederlo, ma prima o poi succederà di sicuro. E a proposito di consumi, i dati più recenti dimostrano la loro debolezza sia in Usa sia in altri paesi, compreso il nostro. Ai consumatori americani si chiedeva prima di aumentare il loro risparmio perché i loro eccessi di indebitamento furono una delle cause scatenanti della crisi. Ora si chiede loro di consumare di più per trainare l'economia mondiale. Come si quadra questo cerchio? Un modo per farlo sarebbe stato quello di ridurre le imposte per i ceti medi americani e aumentare i sussidi per i più poveri che già sono esenti da imposte. Questo influsso di reddito disponibile sarebbe stato in parte risparmiato e in parte speso e avrebbe avuto un effetto sull'economia molto più veloce di fumosi e lenti programmi di spesa in infrastrutture, lo stimolo Obama sulla cui efficacia si nutrono molti dubbi.

Mutatis mutandis lo stesso vale per l'Italia. Una detassazione dei redditi medio bassi (insieme alla positiva detassazione di utili reinvestiti) avrebbe avuto effetti più diretti e immediati dei progetti faraonici e di dubbia utilità al Sud come il ponte sullo stretto. Va poi aggiunto che i consumatori in molti paesi, spaventati dal collasso delle Borse e in qualche caso dalla caduta del valore delle loro case stanno probabilmente aumentando quello che gli economisti chiamano precautionary saving, il risparmio a fronte di futuri e non ben precisati imprevisti. Questa crisi ha certo messo in luce che di "imprevisti" ve ne possono essere e di grossi!

C'è poi l'occupazione, che non risale nonostante il Pil almeno in alcuni paesi come Francia, Germania, Giappone e forse Usa abbia smesso di cadere. In parte questo è fisiologico e ripete una dinamica già vista in altre recessioni. Prima di ricominciare ad assumere mano d'opera le imprese devono smaltire scorte accumulate e vogliono assicurarsi che la ripresa della domanda sia stabile, soprattutto se è poi molto difficile ridurre gli occupati per i vincoli ai licenziamenti, se la ripresa si rivelasse debole. È istruttivo ricordare ancora cosa accadde dopo le recessioni degli anni 70. Negli Stati Uniti dopo che la disoccupazione superò il 10% nel 1981-82 si ridusse rapidamente alla piena occupazione negli anni seguenti. In Europa no: la disoccupazione rimase alta per due decenni a causa dei "lacci e lacciuoli" che impedivano ai mercati del lavoro di aggiustarsi.

Succederà lo stesso in Europa dopo questa crisi? Sicuramente i mercati del lavoro in Europa sono meno ingessati oggi di quanto lo fossero negli anni 80 e un po' di riforme vi sono state. Ma il timore è che l'aumento dell'occupazione almeno inizialmente si diriga in quelle forme di contratti atipici e temporanei proprio a causa delle incertezze sulla solidità della ripresa. Ecco perché questa crisi poteva e doveva essere l'occasione di proseguire le riforme del mercato del lavoro che lo rendessero meno dicotomico, come molti suggerivano.

Infine i bilanci pubblici sotto stress a causa delle spese dei vari pacchetti anticrisi. Prima o poi, come già avverte la Bce, dovranno essere riportati all'ordine. Come lo si farà avra conseguenze potenzialmente molto importanti per la crescita futura a medio termine. Anche qui possiamo guardare al passato per qualche insegnamento. Quando negli anni 90 si riaggiustarono i bilanci pubblici di molti paesi indebitati a causa, fra l'altro, delle recessioni dei decenni precedenti, vi furono paesi che lo fecero dal lato delle spesa e altri (come il nostro) aumentando le imposte. I dati dimostrano che i paesi che aggiustarono i loro bilanci riducendo la spesa e soprattutto bloccandone alcuni meccanismi di crescita automatica ebbero risultati migliori sia per il consolidamento stabile dei loro conti sia per la crescita del Pil. Una lezione preziosa per i prossimi anni.

aalesina@harvard.edu

21 Agosto 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-