Il primo giorno di primavera nei vecchi sussidiari delle scuole elementari era rappresentato da rondini svolazzanti, un calendario sulla festa di San Benedetto e bambini in festa. Nelle discoteche anni 70 era canzone dei gloriosi Dik Dik. In tempi di dibattito sull'ambiente è giorno per militanti, intenti a litigare su inverni e temperature. Per tutti gli altri comuni mortali, specie se il 21 marzo cade di domenica, è giorno speciale per tirare il fiato dopo un autunno e un inverno di lavoro e crisi economica. L'occhio va ai giornali per spiare ripresa di produzione e aziende, poi cerca in balcone, in giardino, per strada la conferma che si può sperare in tempi migliori. I cattolici aspettano la Settimana Santa e poi la Pasqua di Resurrezione, arcani miti pagani intrecciati alla nuova fede cristiana. I più giovani scalpitano per gite e vacanze e tutti ci sentiamo un po' più giovani in primavera. Il 21 marzo, per 24 ore, quei numeri che tanto ci preoccupano, quei bilanci che tanto ci fanno soffrire, quei prodotti da lanciare e quei documenti in ufficio da leggere, ci sembrano meno cupi, più rosa. Sciocchezze? Macché, non sono forse i grandi dell'economia a insegnare che la fiducia è motore indispensabile alla ripresa? Bentornata dunque primavera!