Le priorità d'investimento per il gruppo francese Axa, leader nelle assicurazioni in Europa insieme a Generali e alla tedesca Allianz, sono verso quelle aree del mondo in cui, come ha spiegato Henri de Castries, numero uno della compagnia, vi sono le «opportunità» di crescita maggiori, dall'Asia all'Europa Centrale, fino ad alcuni paesi dell'America del Sud. Ma la scelta di Axa, nei mercati in cui crede, è di conquistare posizioni importanti. E l'Italia è considerata tra quelli su cui puntare.
Altrettanto certo è che attualmente la presenza risulta assai ridotta, con una quota del mercato assicurativo intorno al 4%, nonostante sia l'accordo con il Monte dei Paschi di Siena, avviato circa un anno e mezzo fa, sia lo sviluppo di attività in conto proprio (la compagnia online e la rete degli agenti) stiano dando buoni risultati. Non solo. La crescita per linee interne richiede tempi lunghi e risulta sempre assai costosa. Occorrono, per esempio, aggressività sui prezzi e nel reclutamento dei commerciali, che riducono drasticamente la redditività. Ecco perché il gruppo francese si sta preparando per cogliere ogni occasione davvero significativa di campagna acquisti.
Resta il fatto che, come osserva un ottimo conoscitore dei bilanci delle compagnie d'assicurazione, un conto sono le aspirazioni e un altro la realtà. Axa ha lanciato nelle settimane scorse un aumento di capitale da 2 miliardi di euro e, sulla carta, le munizioni non mancano. Tuttavia il crollo dei mercati finanziari e la crisi economica hanno lasciato ferite importanti, non ancora del tutto superate. Inoltre, gli operativi delle Generali di Trieste, dominus del mercato italiano, presidiano le posizioni con una certa determinazione, convinti dell'opportunità di non lasciare spazi alla concorrenza. Esattamente come, dicono fonti triestine, «Axa è molto attenta alle iniziative di Generali in Francia».
Il vero salto di qualità, in Italia, sarebbe possibile se fossero in vendita due compagnie ai primi posti: Fondiaria Sai e Unipol. Al momento non è così. La prima è controllata dalla famiglia Ligresti, mentre la seconda fa capo alle cooperative della Lega. Entrambe, allo stato attuale, non sono in vendita. Sarà così anche in futuro? Difficile prevederlo. Il destino di Fonsai è legato a tempi e metodi della successione che vedrà il capostipite Salvatore Ligresti passare la mano ai tre figli. Unipol deve fare i conti con l'appartenenza alla cooperazione, che ha le sue regole, le sue esigenze e priorità che possono cambiare. La compagnia avrà la forza per reggere la concorrenza dei gruppi maggiori? Di sicuro gli azionisti si aspettano dividendi e non aumenti di capitale. Altrettanto certo è che, per quanto riguarda Axa, de Castries è garanzia di progetti ambiziosi. Esattamente come lo è stato a lungo il suo maestro, Claude Bébéar, fondatore del gruppo e ora presidente onorario.
De Castries è ancora giovane (55 anni), viene dall'Ena (la fucina dei manager francesi, che porta in dote una rete estesa di relazioni al massimo livello), ha rapporti eccellenti con il presidente Nicolas Sarkozy (dopo la sua elezione, nel maggio 2007, è stato fatto il nome di de Castries per l'incarico di ministro delle Finanze). In Italia il numero uno di Axa ha buoni rapporti con Giuseppe Mussari, presidente della Banca Monte dei Paschi, che fa parte del consiglio di sorveglianza Axa. Così come Bébéar è buon amico di un italiano bene introdotto in terra francese: Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti (ma anche ben conosciuto a Siena), azionista di peso delle Poste, molto interessata a crescere nelle assicurazioni.