Salvo sorprese, la nazionale azzurra di atletica tornerà dai Mondiali di Berlino, illuminati dalla velocità di Bolt, con la valigia senza medaglie e carica di rimpianti. Ieri, il marciatore Alex Schwazer, unica vera speranza dell'Italia, si è ritirato dalla 50 km di marcia. Una débâcle senza precedenti. Già l'Olimpiade di Pechino qualche allarme all'atletica l'aveva lanciato: solo l'oro dell'atleta altoatesino e il bronzo di Elisa Rigaudo. Siamo alle spalle di Estonia, Messico e Trinidad (per loro un bronzo), nel limbo di 170 paesi (sui 200 partecipanti) senza gloria. È la caduta degli dei: siamo stati velocisti con Berruti e Mennea, siamo stati sul tetto del mondo con Sara Simeoni e siamo stati meravigliosi faticatori con Bordin e Baldini. I diritti tv, gli 8 milioni di finanziamento pubblico, gli sponsor ci sono: il presidente Franco Arese, ex mezzofondista, ha macerie da rimuovere e una nuova struttura da costruire. I talenti vanno cercati, a partire dalle scuole, con pazienza e dedizione (il nuoto è un modello). Alla velocità di Bolt: Londra 2012 è lì, dietro l'angolo.