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Tassa sulle multe e i ricorsi si dimezzano

di Maurizio Caprino

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22 febbraio 2010

Se pensate che sia solo una questione di cassa, siete fuori strada. La tassa di 38 euro introdotta dal 1° gennaio sui ricorsi al giudice di pace per opporsi alle multe stradali (ma in generale a tutte le ordinanze-ingiunzioni di pagamento di sanzioni amministrative) è stata voluta soprattutto per disincentivare un contenzioso giunto a livelli record.
E da un primo monitoraggio effettuato dal Sole 24 Ore che ha interpellato direttamente gli uffici dei magistrati onorari sul territorio sembra che, almeno per ora, lo scopo sia stato raggiunto. Nelle oltre 60 sedi che hanno risposto, i ricorsi presentati a gennaio sono quasi dimezzati rispetto allo stesso mese dell'anno scorso: "solo" 9.600 contro 17.600, un bel 45,4% in meno. Del resto, il balzello eguaglia o addirittura supera la sanzione prevista per molte delle più comuni infrazioni stradali (come sosta vietata e velocità inadeguata).

Resta il dubbio che nel lungo termine la nuova misura si riveli efficace: 38 euro per molti sono una cifra ridicola. E pure gli altri possono aggirare il problema: basta non pagare. Sì, perché il ricorso andrà avanti lo stesso: il giudice deve procedere lo stesso e inviare una segnalazione all'agenzia delle Entrate. Insomma, se anche si decongestioneranno gli uffici giudiziari, si rischia di appesantire l'amministrazione finanziaria.
Un rischio non solo teorico. Certo, a prima vista conviene pagare subito: se si aspetta la cartella esattoriale il conto lievita e comunque se si vince la causa ci si può far rimborsare. Ma qualcuno scommette sull'incostituzionalità della nuova tassa. Che la Consulta potrebbe dichiarare, con tutte le complicazioni del caso nello stabilire chi ha ancora il diritto di riavere i soldi e chi no. Nel dubbio, qualcuno se li tiene.

Ma quanti saranno davvero gli italiani disposti a rinunciare al ricorso o a presentarlo al prefetto (dove resta gratuito ma ci sono meno garanzie) per 38 euro? Spesso una multa per eccesso di velocità costa ben di più (da 155 a 500 euro, più 263 per permettersi di non indicare chi guidasse e quindi salvare la patente), ma non per questo si è smesso di violare i limiti: la Stradale continua ad accertare circa un milione di infrazioni, nonostante da due anni e mezzo i controlli debbano essere ben visibili e presegnalati.
«La gente ha i soldi», dicono molti poliziotti del Nord. Ma nelle regioni meno prospere è diverso: in Puglia il Tutor deve funzionare un'ora intera prima di registrare un'infrazione e in Basilicata da inizio anno sono riusciti a fare solo 1,9 multe per ogni appostamento. Italia a due velocità...

22 febbraio 2010
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