Treni, ferrovie, trattori, lingotti d'oro, supermercati e caramelle. I grandi guru di Wall Street, da Warren Buffett al re degli hedge fund John Paulson, tornano a preferire quella che una volta si chiamava la "old economy", contrapposta alla "new economy" fatta di chip, programmi software, biotecnologie. È l'attesa per l'uscita dalla recessione a spingere in questa direzione: chi investe in Borsa sa che la ripresa partirà prima dai settori dell'economia tradizionale, di base, e poi si allargherà a tutto il resto. Il ritorno alla normalità, e a dividendi sostanziosi, si vedrà prima nei bilanci di Caterpillar e poi in quelli di Microsoft.
Ma non c'è niente di vecchio in questo revival dell'economia tradizionale: le reti ferroviarie sono quelle ad alta velocità, i trattori ormai si guidano quasi da soli, per investire in oro si scelgono complicati strumenti derivati ad alta tecnologia finanziaria. Nè old nè new, quella che Wall Street sta cercando è la "now economy", quella fatta da chi sa rispondere a bisogni nuovi. Non importa se producendo cioccolato o fibra ottica.