Quella del notaio è professione perfino celebrata dalle canzoni romantiche «Signorinella pallida...or che son diventato il buon Don Cesare porto il mantello a ruota e fo il Notaio..». Ora, considerata garanzia di serietà, di un futuro di sicurezza sociale e prestigio la figura del notaio rappresenta uno dei componenti più autorevoli dell'aristocrazia professionale. Meno romantica magari, molto manageriale. Nel mondo che cambia infatti, con la carta che cede il passo all'informatica, temiamo più il furto di identità online del casareccio documento falso.
Come rinnovare in questa era lo status del passato per confermarsi aristocrazia delle professioni nel XXI secolo? Con l'impegno per introdurre elementi di snellimento procedurale, parte anche del programma che la categoria propone nel congresso di Venezia, il notariato punta su due novità. Rafforzare la classica «terzietà», il non essere «parte», che ne qualifica da sempre la prestazione. E cercare di essere ora più chiari. Non eremiti del diritto ma comunicatori della sua saggezza. Illustrando torti e ragioni, con instancabile ed equanime ricerca di equilibrio.