La Consob ha comunicato ieri di aver «formalmente richiamato» un intermediario per come ha distribuito alla propria clientela obbligazioni di propria emissione «caratterizzate da un ridotto grado di liquidità e da un'elevata complessità». In particolare quella banca avrebbe effettuato molte operazioni nonostante ne avesse segnalato la "inadeguatezza" ai propri clienti. Con ciò non interpretando a dovere la raccomandazione emanata dalla commissione nei mesi scorsi. Gli investitori, senz'altro quelli della banca in questione, avrebbero preferito conoscerne l'identità. Nell'occasione non sembrerebbero essere stati particolarmente tutelati. D'altra parte fare nomi e cognomi potrebbe essere ritenuta una sanzione reputazionale severa per il non diligente recepimento di una raccomandazione (che non è una norma cogente). E la cui interpretazione non deve essere così agevole se nei prossimi giorni è in programma un confronto a porte chiuse tra la Consob e i banchieri dell'Abi. A un'informazione a metà, forse, sarebbe preferibile un'operosa (e silenziosa) moral suasion. (R.Sa.)