L'agenda di Oleg Deripaska, fino a un anno fa ricca di appuntamenti per ingigantire il valore delle sue aziende, in queste settimane è costellata di impegni in cui affrontare problemi di ogni sorta. Un arbitrato internazionale si profila per tentare il salvataggio degli asset che la sua Rusal, il numero uno mondiale dell'alluminio, aveva acquistato a basso prezzo in Guinea. L'intervento della grande trading company Glencore, azionista con il 9,7% di Rusal, è stato vitale per liberarsi dell'eccesso di alluminio prodotto negli ultimi dodici mesi. Ma il nodo del debito da riscadenzare con le banche estere creditrici è ancor più complesso: 7,4 miliardi di dollari per i quali Deripaska pare abbia ottenuto un'estensione, ma non risolutiva. Il Times ieri sosteneva che erano state condotte «attive discussioni» con la Libyan Investment Authority, che avrebbe potuto rilevare il 10% di Rusal. Ma aggiungeva che l'assenza di progressi aveva fatto abbandonare l'idea. Tra le ipotesi resta la borsa, ma il timing sarebbe disastroso. (R.C.)