Quel numero ha molte facce, tutte importanti. L'aumento del 125% delle "rettifiche nette su crediti bancari" di UniCredit, che nel bilancio 2009 hanno consigliato rettifiche per 8,3 miliardi di euro (dopo i 3,7 miliardi del 2008), ha fornito all'amministratore delegato Alessandro Profumo un buon argomento per rintuzzare tutti coloro che hanno accusato le banche di non concedere abbastanza credito: «Credo che questo numero - ha detto - dia un'idea di quanto noi abbiamo dato all'economia: questi sono clienti, famiglie e imprese che non ci hanno rimborsato i loro debiti».
Quella cifra significa anche un'altra cosa, e sempre sul piano generale: la crisi dell'economia reale, le difficoltà di famiglie e imprese, il ritardo con cui il mercato del lavoro reagisce alla timida ripresa globale comincia a mordere, e in modo aggressivo, anche quel settore creditizio che in Italia era rimasto relativamente al riparo dalla crisi della finanza strutturata e sofisticata esplosa nel 2008.