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SVILUPPO POSSIBILE / Si torna a crescere se si cresce insieme

di Carlo Bastasin

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23 Aprile 2010

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Per aggiustare il 30% dei costi all'interno di un livello di prezzi europeo, la società italiana finisce quindi per sviluppare una conflittualità interna a se stessa senza paragoni altrove. E tale conflittualità trova espressione politica che fa leva proprio su toni divisivi: contro gli immigrati e contro le regioni parassitarie, o invece a favore delle rigidità salariali e contro le regioni ricche, contro le tasse e le regole, o per la via fiscale e giudiziaria alla legalità.

In tale irritante panorama è comprensibile che si sviluppino letture della realtà italiana che puntano a interpretazioni che anch'esse si radicalizzano tra alcune molto pessimiste o al contrario molto ottimiste. Perfino la posizione intermedia in tanta cacofonia è di scoraggiamento sulle virtù civiche e sull'unità del paese. La realtà probabilmente è che l'aggiustamento alla competizione avviene ma con costi sociali sempre maggiori. Il numero di lavoratori esclusi dal mercato ufficiale è ormai di 10 milioni. Molti di essi non trovano più espressione - i lavoratori meno tutelati sono spesso immigrati privi di voto e di voce - mentre i conflitti politici trovano alimento in se stessi diventando sempre più forti fino a occupare interamente la riflessione nella sfera pubblica.

L'uscita da questo circolo vizioso richiede qualche proposta politica che abbia consapevolezza del quadro europeo e globale e che abbia la forza di offrire un quadro di comune senso per le parti divise d'Italia: per i lavoratori tutelati e per quelli abbandonati, per gli immigrati e per chi sente minacciati da loro i propri riferimenti e anche tra regioni forti e regioni deboli. Forse è vero che basterebbe imparare a sviluppare una maggiore crescita economica per rendere accettabili tutti gli aggiustamenti interni provocati dalla globalizzazione e dalla disciplina fiscale europea. Ma dubito che una maggiore crescita possa realizzarsi senza offrire un progetto che rifletta un'intesa politica e sociale forte e credibile e una promessa di un'Italia moderna e più umana.

cbastasin@piie.com

23 Aprile 2010
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