Due illustri e celebri manager, Pierluigi Celli e Vincenzo Novari, hanno di recente indirizzato ai propri figli appassionate, e pubbliche, lettere, esortandoli al futuro in tempi di crisi. Celli ammonendo il figlio a lasciare l'Italia e cercare fortuna all'estero, secondo il vecchio motto americano «Go West young man!». Novari provando a convincere il proprio erede a restare in patria e non disperdere così il patrimonio di idee e speranze. Chi ha ragione e chi torto? A prima vista il dibattito si potrebbe risolvere con un lancio di monetina, le prospettive dei ragazzi che si laureano negli Usa nel 2010 sono le peggiori sul mercato del lavoro dalla crisi del Ventinove. E da noi le cose vanno come vanno, una raccomandazione può valere più di un Phd. Ma se, lette le paterne epistole, ai ragazzi italiani venisse una diversa, e imprevedibile, reazione? Papà carissimo, grazie di tutto quello che hai fatto per me, studi, sci, tennis, starmi vicino e volermi bene ma adesso, se non ti dispiace, me la sbrigo da solo, in Africa, a Voghera, nel bene e nel male. Sono un uomo, papà, ai consigli (magari in privato?) dico grazie, ma poi devo andare per la mia originale strada se l'Italia vuole una nuova classe dirigente. Capisci papà?